Angie e Pat stanno insieme da oltre quattro decenni, ma dopo la morte inaspettata di Pat, Angie si ritrova in balia della famiglia di Pat mentre lotta per mantenere la sua dignità e la casa che hanno condiviso per oltre trent’anni. Ogni volta che parlo della mia motivazione per fare arte, dico sempre che l’obiettivo è far sentire le persone viste raccontando storie che risuonano così profondamente con le altre persone da accendere qualcosa dentro. Questo è il tipo di arte che mi ha sempre toccato, mi ha fatto sentire compresa e mi ha ispirato a creare lo stesso per gli altri. Quando ho visto “Everything Will Be Alright”, mi ha colpito con questa scarica di connessione. Lunedì scorso, sono entrata al cinema e tutto ciò che mi interessava era la sinossi di “Everything Will Be Alright”, un film su Angie e Pat, una coppia lesbica di 60 anni di Hong Kong che, con il supporto dei loro amici e familiari, sta creando ricordi che dureranno tutta la vita. La trama prende una piega improvvisa quando Pat muore inaspettatamente, lasciando Angie vulnerabile dal punto di vista legale e finanziario, soprattutto in un luogo in cui la loro unione è sconosciuta. All’inizio ero scettico, stanco di storie in cui personaggi lesbiche incontrano fini tragici. Tuttavia, l’immersione profonda del film nelle complessità delle unioni omosessuali sconosciute, combinata con le crude realtà dell’invecchiamento e della perdita, mi ha rapidamente attirato. Questo film ha esplorato in profondità il motivo per cui la lotta per i diritti LGBTQ+ è tutt’altro che finita. A volte, vivendo nella mia bolla costruita con cura, me ne dimentico. Potrei pensare brevemente, “Non è poi così male, vero?” Ma poi la realtà colpisce e questo film colpisce nel segno. Mostra quanto sia difficile per così tante persone queer e il mio cuore si è spezzato per Angie più e più volte. È un brutale promemoria che così tante persone LGBTQ+ stanno ancora affrontando questa realtà e probabilmente lo faranno per molto tempo a venire. C’è anche qualcosa nel modo in cui il film cattura le dinamiche familiari che mi ricorda molto How to Make a Million Before Your Grandma Dies. L’attenzione sulla famiglia e sulle relazioni è sembrata davvero autentica e ha aggiunto un altro livello al motivo per cui questo film è sembrato così reale e commovente. Questa lente culturale è stata così efficace che mi sono ritrovata a paragonare il film a “The Happiest Season”, una storia d’amore lesbica del 2020. Nonostante i loro generi e temi diversi, entrambi i film si concentrano su una coppia lesbica e presentano la famiglia, illustrando le diverse dinamiche delle famiglie asiatiche rispetto alle loro controparti occidentali. È una visione straziante ma necessaria.